19
Gen 2018
Numero N. 446
Il Capo azienda non può più delegare il Digitale

Ormai lo sappiamo, lo vediamo e lo tocchiamo sempre di piu’ con mano. E’ iniziata l’epoca nella quale ogni dispositivo collegato alla rete elettrica e’ governabile da remoto con l’internet delle cose. L’epoca in cui non si applica piu’ il campionamento statistico dei fenomeni perche’ big data mette a disposizione la totalita’ dei dati, così l’intelligenza artificiale elabora decisioni, predittive e prescrittive, piu’ accurate.

In quest’epoca, il Capo azienda non puo’ piu’ delegare la responsabilita’ del digitale che e’ entrato di prepotenza nell’agenda dei CdA. Delega le soluzioni tecniche ma non il ruolo che deve assumere in azienda, in particolare per dare valore ai clienti e per rinnovare l’organizzazione. Ecco le esperienze più recenti…

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Oggi la trasformazione digitale viene pilotata dall’alto e non più delegata all’IT manager, anche se oggi di chiama Chief Digital Officer. Ogni giorno il Capo azienda deve rispondere alla domanda "Come possiamo rendere felice questo cliente? Come possiamo farlo proseguendo lungo la strada dell'innovazione? Ce lo domandiamo perché, altrimenti, lo farà qualcun altro" (Bill Gates).

Oppure “I nostri clienti hanno davvero bisogno di noi per ciò che stanno realmente comprando? Oppure un fornitore digitale può fornire un prodotto/servizio migliore a un costo inferiore?"

 

Gli investimenti globali sono imponenti

Nel 2020 gli investimenti globali in trasformazione digitale supereranno i 2.000 miliardi di dollari (fonte IDC).

Più della metà della spesa è destinata alla trasformazione dei processi operativi e produttivi: per renderli più efficienti con la riduzione dei costi di scorte e produzione, migliorare la qualità dei prodotti con la manutenzione preventiva e migliorare le forniture con le consegne tempestive.

La seconda area d’investimento riguarda la trasformazione dell’esperienza utente (customer experience) cioè il modo in cui clienti, partner, dipendenti e oggetti interagiranno tra loro e con i prodotti/servizi creati per loro.

Ma sta cambiando anche il modo in cui i prodotti sono progettati, realizzati, venduti, consegnati e serviti.

Così la trasformazione digitale diventa l’occasione per modernizzare i processi di business, con l’obiettivo di diminuire i costi e migliorare la qualità. Cioè migliorare l’impresa esistente.

 

 

La “distruzione creatrice”

Ma alcuni sistemi, rimasti stabili per lungo tempo, vengono improvvisamente disgregati dal digitale ed evolvono in attesa di un nuovo equilibrio. E’ all’opera la “distruzione creatrice“ di Joseph Schumpeter dove l’innovazione obbliga interi settori a trasformarsi, pena l’estinzione. Aziende tradizionali di numerosi settori passano di mano e i nuovi azionisti promuovono grandi integrazioni e fusioni, oppure chiudono.

Tutto ciò mentre crescono e s’irrobustiscono le aziende digitali. Pensiamo all’automobile dove Tesla vale quanto GM pur con un giro d’affari che ne è una frazione. Pensiamo alla vendita al dettaglio dove Amazon capitalizza in Borsa 500 miliardi di dollari e Alibaba è stimata a 1.000 miliardi nel 2020. Poi Apple, Microsoft, Google… e le decine di migliaia di nuove imprese, start up che sorgono ogni giorno, attive in ogni settore, convinte che la tecnologia possa guidare il business, aprire nuovi spazi di mercato e offrire opportunità di crescita su grande scala. E ne affrontano l’alto rischio.

I settori più toccati sono, oltre alla distribuzione, l’assistenza sanitaria - con il controllo continuo da remoto di tutti i pazienti nella loro normale esistenza -, la difesa, la finanza, le telecomunicazioni, le utility.

 

Cosa fare

Le nostre esperienze di maggior successo sono quelle nelle quali il Capo azienda si fa promotore, in prima persona, di affrontare il cambiamento. Insieme coinvolgiamo il gruppo dirigente per avviare la trasformazione con interventi tesi a creare specifico “valore digitale”.  Con nuove strategie, programmi d’investimento e obiettivi misurabili.

A partire da una chiara comprensione di come sta evolvendo lo scenario più verosimile, di dove provengono le minacce tecnologiche, di come garantire la sopravvivenza dell’azienda in caso d’interruzione digitale per giungere a un elenco di possibili iniziative digitali tra le quali individuare le priorità.

Ogni azienda deve trovare la propria strada in modo da esaltare caratteristiche distintive e ragion d’essere. Tra i due estremi: migliorare l’esistente o innovare il business.

Molte delle imprese che non affrontano oggi la trasformazione digitale o che non riescono a trasformarsi sono destinate a subire la “distruzione creatrice”.

 

Applicazione in azienda: La tecnologia è strategia non più solo strumento organizzativo. Scelte vincenti in ambito tecnologico non hanno più solo impatti sull’efficienza. Sono scelte di business, di posizionamento. Come capo azienda non può sottrarsi alla responsabilità di integrare la tecnologia nelle strategia aziendali.
Parola Chiave: trasformazione
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