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Dic 2018
Numero Nr. 489
La Doria e la sfida del valore aggiunto

La nostra analisi delle aziende italiane quotate continua con La Doria. E’ stata stimata l’opportunita’ di aggiungere valore con crescita e riduzione dei costi. Risulta critico sviluppare competenze per posizionarsi anche in segmenti con piu’ alto contenuto di servizio.

 

La Doria e’ tra i gruppi italiani leader nel settore conserviero. Fondata nel 1954, si e’ quotata al mercato telematico di Borsa Italiana nel 1995. L’azienda e’ apprezzata dalla comunita’ finanziaria al punto da essere tra le 127 societa’ italiane nelle cui azioni ha investito il fondo sovrano più grande del mondo, il norvegese Mbim, che gestisce 11,3 mld di dollari.

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27 mln di Ebitda, l’opportunità da crescita e riduzione dei costi

La Doria è riuscita a riavvicinarsi ai ricavi del 2015 ma non ancora a quella redditività. L’acquisizione nel 2014 di Pafial, con i suoi sughi pronti, ha permesso di sviluppare una categoria di prodotti a più alta marginalità e ridotto la dipendenza dai derivati del pomodoro, fortemente influenzata dall’andamento dei raccolti.

L’azienda, che ha rafforzato il presidio dei mercati della grande distribuzione e della distribuzione organizzata, si conferma come fornitore di marchi commerciali e privati.

L’opportunità è di ripristinare nel triennio 2018-2020 il tasso di crescita, allineandosi a quello delle migliori aziende (il settore beni di consumo del nostro osservatorio delle maggiori imprese italiane registra, al 75° percentile, +18% in 3 anni),  e di migliorare il valore aggiunto medio dei prodotti (al 75° percentile, +20%). Queste due manovre, insieme a una leva operativa sui costi in linea con le migliori pratiche (variazione dei costi operativi/variazione valore aggiunto = 0,41), farebbero compiere all'Ebitda un progresso del 46% attestandosi a 87 milioni rispetto 59,6 del 2017. Un'opportunità, quindi, di oltre 27 milioni di euro all'anno.

 

Più prodotti a marginalità elevata

Questi risultati sarebbero ottenibili grazie all’ampliamento della gamma con prodotti a maggior valore aggiunto, anche attraverso nuove acquisizioni. Le azioni da intraprendere dovrebbero essere l’aumento della penetrazione dei clienti con maggiori prospettive di crescita, attraverso la loro selezione e l’elaborazione di strategie di relazione mirate, sostenute da piani cliente efficaci. Inoltre, occorrerebbe spingere sui prodotti con elevato contenuto di servizio in modo da realizzare prezzi più alti e maggiore valore aggiunto (sughi pronti, piatti pronti, biologico, terza e quarta lavorazione, ecc.).              

Le acquisizioni potrebbero accelerare il raggiungimento dei risultati. Acquisire aziende o rami di azienda specializzati in prodotti a elevata marginalità e con quote di mercato in crescita per realizzare sia l’espansione di gamma sia quella geografica. Ciò fornirebbe l’occasione di rafforzare le capacità dell’azienda di “vendere valore”.               

Non vogliamo affermare che l’azienda trascuri questi obiettivi ma la nostra opinione è che queste siano le aree sulle quali richiamare l’attenzione.                                                                                                     

 

Dopo un brillante 2015, i due anni successivi hanno sofferto.

L'andamento negativo delle prestazioni del triennio 2015-2017 è da leggere in relazione al consolidamento del business Pafial, acquisita a fine 2014. L'investimento ha comportato l'aumento di capitale investito netto mentre fatturato e valore aggiunto sono aumentati dopo il primo anno dall'acquisizione per perdere progressivamente terreno nei due anni successivi. Pafial, specializzata nei sughi pronti, fu acquisita con l'obiettivo di ampliare il portafoglio prodotti e migliorare la redditività. Questa operazione ha attenuato l’andamento non favorevole delle campagne di trasformazione del pomodoro a seguito dell’aumento produttivo del 2015 che ne ha compresso la marginalità.

Il valore aggiunto complessivo del triennio è diminuito di 24 milioni (-11%), per effetto di -12 mln a causa della riduzione dei volumi e -12 mln a causa del peggioramento della marginalità media del portafoglio prodotti. A fronte di questa contrazione, i costi operativi sono diminuiti solo di 9 mln per effetto di -8 mln legati alla riduzione dei volumi e -1 mln legato al miglioramento della produttività.

Il Roi è calato di 6 punti percentuali, 2 punti a causa dell'intensità di capitale investito rispetto al valore aggiunto generato, 4 punti a causa del peggioramento della redditività delle vendite.

La leva operativa – l’indicatore della struttura della gestione operativa dell’impresa – mostra che, a fronte del calo del 11% del valore aggiunto, i costi operativi sono diminuiti solo del 9% determinando così il peggioramento della redditività operativa. L'Ebidta del 2015 è sceso nel 2017 di 15 milioni (-20%).

 

Prestazioni in miglioramento

La concorrenza molto accesa del sistema distributivo e la sua progressiva concentrazione, che ne aumenta il potere negoziale, generano una forte pressione sui prezzi. L’azienda è impegnata a incrementare le quote di mercato facendo leva sull’efficienza. Ora intende impegnarsi su due fronti: l’aumento dei ricavi e il miglioramento della marginalità. A questo fine impiegherà risorse, con un piano per circa 115 mln euro, per l’efficienza dei processi produttivi, la razionalizzazione dei siti industriali e l’aumento della capacità produttiva nelle categorie di prodotto a più alto valore aggiunto e con tassi di crescita più elevati, come i sughi pronti.

Il primo semestre 2018 ha registrato un aumento dei ricavi del 2,5% con buoni risultati della linea pomodoro e di quella dei legumi e vegetali; stabili i sughi. Crescita all’estero del 6,8% mentre l’Italia ha registrato una flessione del 7,4%. Ebitda stabile, Ebit margin cresciuto dal 4,9% al 5,2%, utile netto 13,1 mln di euro contro 12,3 del primo semestre 2017. Posizione finanziaria in miglioramento a -64,4 mln euro, il rapporto debiti/patrimonio migliorato a 0,28.

 

Un’azienda che piace agli investitori

La Doria è tra i gruppi italiani leader nel settore conserviero, con sede a Angri (Salerno). Cresciuta sia per linee interne sia per acquisizioni, è controllata dalla famiglia Ferraioli con il 63% del capitale e il 37% flottante nel segmento Star. 

La sua missione è di presidiare i mercati della grande distribuzione e della distribuzione organizzata facendo leva su un’eccellente rapporto qualità/prezzo/servizio e confermandosi come fornitore di marchi commerciali e privati, particolarmente affidabile per continuità nella qualità e nei volumi.

E’ il primo produttore italiano di legumi conservati, di pelati e polpa di pomodoro e il secondo produttore di succhi e bevande di frutta. Dopo l’acquisizione di Pafial è diventato anche il primo produttore di sughi pronti. Si caratterizza per essere votato prevalentemente alla produzione per i marchi commerciali di clienti quali Coop, Conad, Carrefour, Auchan, Tesco, Lidl, Ica. Il 3% del giro d’affari viene realizzato per marchi industriali quali Heinz e Kagome. Circa il 5% con marchi propri quali La Doria e Althea. 

Entrata in joint venture nel 1997 con l’inglese Gerber Foods in Ldh, per la commercializzazione e distribuzione di alimentari, l’anno dopo ne ha acquisito la maggioranza. Nel 2011 ha lanciato in UK il marchio ombrello Cook Italian per la gamma di prodotti tipici italiani.

I ricavi sono realizzati all’estero per l’80% (59% nel Nord Europa dove si è creata la posizione più forte). La gamma dei prodotti è composta per il 29% da prodotti commercializzati sul mercato britannico dalla controllata Ldh, 27% da legumi, vegetali e pasta in scatola, 22% derivati del pomodoro, 10% frutta, 12% sughi. L’ampliamento di gamma viene considerato come la leva principale per lo sviluppo sia nel trade sia con la clientela finale. La produzione è organizzata in 6 siti produttivi con un elevato grado di automazione che consente di avere un costo medio altamente competitivo.

 

Piercarlo Ceccarelli

 

“Le quotate italiane di Ceccarelli”

Il valore organizzativo, oltre quello finanziario.

La nostra analisi della aziende quotate (iniziando dal listino Star) ha l'obiettivo di completare l'ampio panorama disponibile di indagini finanziarie con la prospettiva industriale-organizzativa. L'esclusivo osservatorio delle maggiori 5.000 imprese italiane (ricavi superiori a 50 mln) è la base per valutare i potenziali di miglioramento della redditività e le leve su cui agire.

 

Applicazione in azienda: Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. Questo slogan racchiude un principio economico fondamentale. La pressione sui margini esercitata nella filiera, a monte dai produttori di materia prima e a valle dalla distribuzione, riduce i margini di profitto in regime di mercato maturo. La reazione più efficace, non disponendo di marchi forti per valorizzare i propri prodotti, consiste nello scendere lungo la filiera per aggiungere maggiore valore aggiunto sfruttando le economie di scala.
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Per approfondire: Le quotate italiane