11
Gen 2016
Numero N. 350
L'Europa e' l'opportunita' in primo piano

Nelle aree emergenti si conferma la crescita ma con accelerazioni negative. Oggi ci vuole ancora piu' prudenza nel cogliervi le opportunita'.

Le economie sviluppate - area euro e area dollaro - rimangono favorite sia per la tenuta della domanda sia per la salute finanziaria di aziende e governi. Ma ci vogliono nuove idee per le nostre aziende...

Nelle aree emergenti si conferma la crescita ma con accelerazioni negative. Oggi ci vuole ancora piu' prudenza nel cogliervi le opportunita'.

Le economie sviluppate - area euro e area dollaro - rimangono favorite sia per la tenuta della domanda sia per la salute finanziaria di aziende e governi. Ma ci vogliono nuove idee per le nostre aziende...

Economie emergenti e sviluppate
Le economie emergenti rallentano la crescita e gli investimenti a causa della forza del dollaro e della caduta dei prezzi delle commodity. È necessario muoversi in quei mercati con circospezione, puntando solo dove l'importante indebitamento pubblico faccia prevedere una politica monetaria accomodante.

Le economie sviluppate vanno rivalutate: cresceranno poco ma in misura costante. Tassi d'interesse ancora bassi, zero inflazione, politiche monetarie espansionistiche. Il settore manifatturiero dei paesi sviluppati è ancora debole: mostra tassi di crescita positivi ma sempre più ridotti. Solo il settore dei servizi ha tassi di crescita in accelerazione.

Europa
Tra le economie sviluppate, l'Europa rappresenta oggi l'opportunità più interessante per rafforzare il presidio dei mercati.
Le principali forze, che spingono la trasformazione in Europa, devono trovare soluzioni nelle imprese. Forze demografiche, perché la popolazione invecchia e i bisogni cambiano. Forze sociali, perché la divaricazione tra ricchi e poveri è sempre meno accettata, l'immigrazione crea nuove esigenze e calmiera il mercato del lavoro che già soffre per la troppa disoccupazione. E infine forze ambientali, perché diventa sempre più impellente "produrre e consumare a impatto zero".

Cosa fare?
Scienza e tecnologia rendono sempre più evidente che "ciò che è possibile diventa realtà". Le nostre aziende devono superare i limiti che le caratterizzano e andare all'attacco.
La visione imprenditoriale sovente si limita a perseguire risultati coerenti con il contesto locale, nazionale. Basterebbe alzare la testa e volgere lo sguardo oltre l'ombra del campanile per vedere che l'oceano blu esiste.
La capacità organizzativa si esprime in modo corretto fintanto che la dimensione rimane modesta. Oltre tale livello siamo meno efficaci dei manager americani, tedeschi, giapponesi... che semplicemente pongono l'asticella della complessità più in alto di noi.
L'efficacia manageriale si stempera quando si rinuncia a mantenere la concentrazione sul core business per avventurarsi in percorsi che appaiono più interessanti.
Per la nostra cultura finanziaria non siamo capaci di sfruttare al meglio le opportunità che la finanza ci offre.

Spetta ai capi azienda superare questi limiti mentre cresce la varietà di prodotti e di servizi da inventare, produrre e distribuire. Ma dobbiamo prevedere percorsi che proiettino le nostre imprese su scale dimensionali idonee al contesto globale.

Applicazione in azienda: la parola d'ordine è "trasformazione" - di posizionamento strategico, di organizzazione e di assetto finanziario -. Il budget 2016 dovrà contemplare le opportunità offerte dal mercato europeo. I piani aziendali dovranno indicare le innovazioni di prodotto, processo e organizzazione. I risultati prospettici dovranno mostrare miglioramenti sul piano sia della crescita, sia della redditività.
Parola Chiave: scenari
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Risultati ad oggi
Quali sono le sue previsioni per il 2016?

A. SCENARIO

1. Investimenti in Italia (dall'Italia e dall'estero)
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diminuiranno poco
50 %
saranno stabili
50 %
aumenteranno poco
0 %
aumenteranno molto
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato ai commenti)
Riforme strutturali (liberalizzazioni, attrattiva per investimenti esteri, semplificazione burocratica, mercato del lavoro, fiscalità delle imprese).
0 %
peggioreranno molto
0 %
peggioreranno poco
50 %
stabile
50 %
miglioreranno poco
0 %
miglioreranno molto
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato ai commenti)
3. Sistema finanziario (capitale di rischio, adeguamenti per Basilea 3, finanziamenti alle imprese e alle famiglie)
0 %
peggiorerà molto
0 %
peggiorerà poco
50 %
rimarrà stabile
50 %
migliorerà poco
0 %
migliorerà molto
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato ai commenti)
4. Mercato immobiliare (compra-vendita e relativi prezzi)
0 %
peggiorerà molto
50 %
peggiorerà poco
0 %
rimarrà stabile
50 %
migliorerà poco
0 %
migliorerà molto
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato ai commenti)
5. Disoccupazione
0 %
peggiorerà molto
0 %
peggiorerà poco
50 %
stabile
50 %
migliorerà poco
0 %
migliorerà molto
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato ai commenti)
6. Domanda interna
0 %
peggiorerà molto
0 %
peggiorerà poco
50 %
stabile
50 %
migliorerà poco
0 %
migliorerà molto
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato ai commenti)
7. Esportazioni (merci, servizi, turismo attratto in Italia)
0 %
peggioreranno molto
0 %
peggioreranno poco
0 %
rimarranno stabili
100 %
miglioreranno poco
0 %
miglioreranno molto
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato ai commenti)
B. SUA AZIENDA

8. Dove ritiene ci siano le maggiori opportunità?
0 %
Italia
50 %
Europa
50 %
fuori dall'Europa
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato ai commenti)
9. Di quale limite soffre oggi per un efficace rilancio?
100 %
visione imprenditoriale
0 %
capacità organizzativa
0 %
efficacia manageriale
0 %
cultura finanziaria
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato ai commenti)
10. Quale sfida organizzativa vede più impegnativa?
50 %
avere una strategia chiara e definita da seguire
50 %
costruire reali vantaggi competitivi rispetto ai concorrenti
0 %
vincere la resistenza al cambiamento
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato ai commenti)
11. Ha già avuto esperienza di consulenza di direzione?
0 %
nel passato
100 %
attualmente
0 %
mai
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato ai commenti)
12. Pensa di utilizzare in futuro servizi di consulenza di direzione?
100 %
0 %
forse
0 %
no
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato ai commenti)
13. Quali sono gli aspetti della consulenza di direzione che apprezza? (max 2 risposte) (*)
100 %
apporto di una visione esterna, più ampia
0 %
confronto con l'esterno e benchmarking
50 %
concentrazione di risorse su un fronte importante
50 %
competenze
50 %
innovazione
0 %
risultati
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato ai commenti)
14. Quali sono gli aspetti della consulenza di direzione che non gradisce? (max 2 risposte) (*)
0 %
esterni in azienda creano complicazioni
0 %
appena se ne vanno il loro contributo svanisce e tutto torna come prima
0 %
i risultati sono deludenti
0 %
il costo è eccessivo
0 %
la remunerazione dei loro servizi dovrebbe essere diversa
0 %
altro (specifichi nello spazio riservato ai commenti)
(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti

Per partecipare al sondaggio è necessario aver effettuato il login.

11/01/2016 15:26:58

Il primo aumento dei tassi di interesse americani da nove anni a questa parte è arrivato pochi giorni dopo che la Bce ha deciso di rafforzare il suo quantitative easing. La divergenza tra le due politiche monetarie esprime il ritardo relativo dell’Europa nel ciclo economico e nel ciclo del debito: il Pil pro-capite americano ha già superato da un paio d’anni i livelli pre-crisi, mentre quello dell’Eurozona non ancora! Non solo: il tasso di crescita statunitense sarà nei prossimi 2 anni di un punto percentuale sopra quello dell’Eurozona, il tasso di disoccupazione europeo è due volte quello USA, il rapporto tra prestiti in sofferenza e prestiti totali delle banche europee è il doppio di quello americano. Nelle parole della Yellen, “la ripresa è di gran lunga arrivata, sebbene non ancora completa”. Nell’area dell’euro, debilitata dalla crisi del debito, si corre ancora il rischio della “deflazione globale”, dovuta in misura maggiore (rispetto agli USA) a fattori interni, in particolare alla bassa inflazione dei servizi (che contano per il 44% del paniere di consumo). Molti commentatori confermano, peraltro, che le economie emergenti non passeranno indenni la stretta dei tassi americani: la crescita dell’indebitamento privato e del servizio del debito, che sarà aggravato dall’apprezzamento del dollaro, contiene un aumento dei rischi di crisi finanziaria nelle economie emergenti. Quindi, opportunità significative sul mercato europeo, ma attenzione alla dinamica del mercato americano! In ogni caso, creare nuovo valore e nuove utilità è la strada per cogliere le opportunità ancora inesplorate negli esigenti mercati evoluti. Ma per cogliere le opportunità è necessario trasformare l’azienda. Una trasformazione aziendale di successo richiede top manager impegnati e coinvolti, forte allineamento con le priorità strategiche globali dell’azienda e piani di finanziamento che vanno oltre i confini aziendali e organizzativi. Carlo Martelli