Nelle aree emergenti si conferma la crescita ma con accelerazioni negative. Oggi ci vuole ancora piu' prudenza nel cogliervi le opportunita'.
Le economie sviluppate - area euro e area dollaro - rimangono favorite sia per la tenuta della domanda sia per la salute finanziaria di aziende e governi. Ma ci vogliono nuove idee per le nostre aziende...
Nelle aree emergenti si conferma la crescita ma con accelerazioni negative. Oggi ci vuole ancora piu' prudenza nel cogliervi le opportunita'.
Le economie sviluppate - area euro e area dollaro - rimangono favorite sia per la tenuta della domanda sia per la salute finanziaria di aziende e governi. Ma ci vogliono nuove idee per le nostre aziende...
Economie emergenti e sviluppate
Le economie emergenti rallentano la crescita e gli investimenti a causa della forza del dollaro e della caduta dei prezzi delle commodity. È necessario muoversi in quei mercati con circospezione, puntando solo dove l'importante indebitamento pubblico faccia prevedere una politica monetaria accomodante.
Le economie sviluppate vanno rivalutate: cresceranno poco ma in misura costante. Tassi d'interesse ancora bassi, zero inflazione, politiche monetarie espansionistiche. Il settore manifatturiero dei paesi sviluppati è ancora debole: mostra tassi di crescita positivi ma sempre più ridotti. Solo il settore dei servizi ha tassi di crescita in accelerazione.
Europa
Tra le economie sviluppate, l'Europa rappresenta oggi l'opportunità più interessante per rafforzare il presidio dei mercati.
Le principali forze, che spingono la trasformazione in Europa, devono trovare soluzioni nelle imprese. Forze demografiche, perché la popolazione invecchia e i bisogni cambiano. Forze sociali, perché la divaricazione tra ricchi e poveri è sempre meno accettata, l'immigrazione crea nuove esigenze e calmiera il mercato del lavoro che già soffre per la troppa disoccupazione. E infine forze ambientali, perché diventa sempre più impellente "produrre e consumare a impatto zero".
Cosa fare?
Scienza e tecnologia rendono sempre più evidente che "ciò che è possibile diventa realtà". Le nostre aziende devono superare i limiti che le caratterizzano e andare all'attacco.
La visione imprenditoriale sovente si limita a perseguire risultati coerenti con il contesto locale, nazionale. Basterebbe alzare la testa e volgere lo sguardo oltre l'ombra del campanile per vedere che l'oceano blu esiste.
La capacità organizzativa si esprime in modo corretto fintanto che la dimensione rimane modesta. Oltre tale livello siamo meno efficaci dei manager americani, tedeschi, giapponesi... che semplicemente pongono l'asticella della complessità più in alto di noi.
L'efficacia manageriale si stempera quando si rinuncia a mantenere la concentrazione sul core business per avventurarsi in percorsi che appaiono più interessanti.
Per la nostra cultura finanziaria non siamo capaci di sfruttare al meglio le opportunità che la finanza ci offre.
Spetta ai capi azienda superare questi limiti mentre cresce la varietà di prodotti e di servizi da inventare, produrre e distribuire. Ma dobbiamo prevedere percorsi che proiettino le nostre imprese su scale dimensionali idonee al contesto globale.
A. SCENARIO
1. Investimenti in Italia (dall'Italia e dall'estero)
8. Dove ritiene ci siano le maggiori opportunità?
Per partecipare al sondaggio è necessario aver effettuato il login.
Il primo aumento dei tassi di interesse americani da nove anni a questa parte è arrivato pochi giorni dopo che la Bce ha deciso di rafforzare il suo quantitative easing. La divergenza tra le due politiche monetarie esprime il ritardo relativo dell’Europa nel ciclo economico e nel ciclo del debito: il Pil pro-capite americano ha già superato da un paio d’anni i livelli pre-crisi, mentre quello dell’Eurozona non ancora! Non solo: il tasso di crescita statunitense sarà nei prossimi 2 anni di un punto percentuale sopra quello dell’Eurozona, il tasso di disoccupazione europeo è due volte quello USA, il rapporto tra prestiti in sofferenza e prestiti totali delle banche europee è il doppio di quello americano. Nelle parole della Yellen, “la ripresa è di gran lunga arrivata, sebbene non ancora completa”. Nell’area dell’euro, debilitata dalla crisi del debito, si corre ancora il rischio della “deflazione globale”, dovuta in misura maggiore (rispetto agli USA) a fattori interni, in particolare alla bassa inflazione dei servizi (che contano per il 44% del paniere di consumo). Molti commentatori confermano, peraltro, che le economie emergenti non passeranno indenni la stretta dei tassi americani: la crescita dell’indebitamento privato e del servizio del debito, che sarà aggravato dall’apprezzamento del dollaro, contiene un aumento dei rischi di crisi finanziaria nelle economie emergenti. Quindi, opportunità significative sul mercato europeo, ma attenzione alla dinamica del mercato americano! In ogni caso, creare nuovo valore e nuove utilità è la strada per cogliere le opportunità ancora inesplorate negli esigenti mercati evoluti. Ma per cogliere le opportunità è necessario trasformare l’azienda. Una trasformazione aziendale di successo richiede top manager impegnati e coinvolti, forte allineamento con le priorità strategiche globali dell’azienda e piani di finanziamento che vanno oltre i confini aziendali e organizzativi. Carlo Martelli