9
Nov 2015
Numero N. 341
L'urna magica (ovvero: quando funziona veramente la delega?)

C'era una volta, nel Giappone antico, un samurai. Quando era giunto il momento di ritirarsi dalla guerra, fu messo a capo della protezione e del governo di diversi villaggi. Un giorno si reco' a fare una lunga passeggiata in montagna. Sali' su una collina ripida e, quando si sedette per apprezzare il panorama e il riposo dalla salita, si disse:

"Se solo avessi piu' tempo per cose come questa e per pensare al futuro degli abitanti del villaggio! Ma ahime', non e' possibile. Non solo sono l'uomo piu' esperto e il piu' informato sulla gestione dei villaggi e sul come trattare le esigenze dell'amministrazione. Ma, a quanto pare, devo anche dire a tutti cosa fare nel loro cortile di casa...

Immagine

C'era una volta, nel Giappone antico, un samurai. Quando era giunto il momento di ritirarsi dalla guerra, fu messo a capo della protezione e del governo di diversi villaggi. Un giorno si reco' a fare una lunga passeggiata in montagna. Sali' su una collina ripida e, quando si sedette per apprezzare il panorama e il riposo dalla salita, si disse:

"Se solo avessi piu' tempo per cose come questa e per pensare al futuro degli abitanti del villaggio! Ma ahime', non e' possibile. Non solo sono l'uomo piu' esperto e il piu' informato sulla gestione dei villaggi e sul come trattare le esigenze dell'amministrazione. Ma, a quanto pare, devo anche dire a tutti cosa fare nel loro cortile di casa...



...Quali colture piantare, quando raccoglierle e come sostituire la parete di fondo della loro capanna! Ogni giorno vengono da me con le loro piccole decisioni, oppure devo monitorare qualcosa perché altrimenti non la fanno bene. Ho cercato di lasciarli soli, ma ci sono stati alcuni errori e, in generale, le persone sono troppo passive. Quindi la mia giornata è piena di piccole decisioni su tutti i dettagli della vita di tutti gli altri. Semplicemente non c'è tempo per me stesso!"

Improvvisamente una vecchia gobba apparve, apparentemente dal nulla. "Vi posso aiutare. Vi darò un dispositivo che fornisce le risposte ad ogni domanda degli abitanti del villaggio, e la risposta sarà sempre corretta e utile. Ha funzionato molte volte in passato."

Dopo un attimo di sorpresa, il samurai pensò in merito alla proposta. Non c'era alcun rischio nell'accettare l'offerta, concluse. Se il dispositivo non avesse funzionato, avrebbe potuto semplicemente buttarlo via e continuare con i vecchi metodi.
"Ok, Obasan. Dammi il dispositivo e farò in modo che tu non abbia bisogno di nulla per il resto della tua vita".
"Il dispositivo è già a casa tua. Vai alla porta sul retro e vi troverai un'urna. Mettila davanti alla casa e dì alla gente di porre le loro domande all'urna. Lo spirito dell'urna risponderà". Con queste parole, la donna scomparve.

Il samurai tornò a casa sua e trovò l'urna dove la donna aveva indicato. Era una grande urna di terracotta, sontuosamente decorata con figure mistiche sconosciute. La mise nel suo portico e istruì gli abitanti del villaggio di porre le loro domande ad essa. Ogni volta che qualcuno poneva una domanda, l'urna tremava per un momento. Poi, un piccolo pezzo di carta appariva in una fessura alla base, contenente la risposta corretta.



Fin dal primo giorno, la gente smise di entrare nella casa del samurai. Andavano all'urna, ponevano la loro domanda, ottenevano una risposta e andavano a fare il loro lavoro.

Quando il samurai fece un giro del villaggio, vide che ognuno stava facendo la cosa giusta. Era felice e iniziò a dedicare sempre più tempo alle sue passeggiate solitarie. Ogni tanto convocava un grande incontro per discutere le sue nuove idee, e il resto era curato dall'urna magica.
Il raccolto successivo fu più ricco di prima e tutti sembravano più felici della loro vita.
Ormai anche il samurai non apriva più la porta di casa.

Un giorno, mentre stava passeggiando nei prati, incontrò uno dei suoi giovani contadini preferiti. In passato gli aveva dato molti compiti speciali e, segretamente, lo considerava un potenziale per una carriera promettente.
Il samurai gli chiese cosa pensasse dei villaggi.
"Davvero fantastico", disse il contadino. "Stiamo diventando più ricchi, e tutti sono molto soddisfatti e impegnati."
Il samurai fu contento. "Sono così felice di aver avuto quell'urna magica."
"È stata una buona decisione, San", disse il contadino, "ma le cose sono veramente decollate quando, dopo alcune settimane, l'urna ha iniziato a mostrare crepe e gradualmente ha smesso di funzionare del tutto."

Applicazione in azienda: La morale della favola è “promuovi le competenze e decentra la soluzione dei problemi”. Il vertice aziendale si deve dedicare alle cose importanti, non a quelle urgenti. Distinguere tra le due è compito del capo. La gestione del tempo comporta l'utilizzo di metodi per assicurarsi di gestire secondo priorità. Ad esempio stabilendo un punteggio d'importanza per gli obiettivi, istituendo scadenze e r
Parola Chiave: leadership
Cosa ne pensa la community: Piace a 4 soci
Risultati ad oggi
A suo parere, com'è gestita la delega nella sua azienda?
9 %
Molto bene
45 %
Bene
45 %
Così così
0 %
Male
0 %
Altro (specificare nello spazio riservato ai commenti)
Quali esperienze ha maturato nel migliorare la sua attitudine alla delega?
  • La delega è intrinseca alla professione del manager: un manager efficace gestisce la complessità tramite le sue risorse non intervenendo su tutte le decisioni, ma solo a supporto delle situazioni difficili; prende le decisioni che gli competono e controlla i risultati delle risorse che da lui dipendono. Nel prendere decisioni si avvale dei contributi di chi è "in prima linea". Ciò migliora sia la qualità stessa delle decisioni, che si basano sulle competenze ed esperienze di più risorse, sia la qualità dell’organizzazione nel tempo, che cresce in modo uniforme nelle sue capacità gestionali grazie allo sviluppo delle sue risorse. Acquisire autonomia, assumersi responsabilità, essere oggetto di delega, sono l’essenza della crescita di una persona e della spinta a superarsi e migliorarsi ogni giorno. Tre gli elementi chiave del processo di delega: 1) non esiste processo standard nell'assegnarla, gestirla, controllarla (c'è chi la delega se la prende, chi se la deve trovare assegnata); 2) deve esserci coincidenza tra sfera decisionale e responsabilità (ognuno deve prendere le sue decisioni: il capo non deve prevaricare l’area decisionale del collaboratore e il capo non può delegare decisioni ai suoi); 3) si è pronti a delegare nel momento in cui si riconosce che lo stesso risultato può essere raggiunto con una strada diversa, diversa da quella che si sarebbe intrapresa.
    Fabrizio Fresca Fantoni
  • "se dici alle persone dove andare, ma non come farlo, avrai risultati sorprendenti" disse il generale Patton, uno che ha dovuto superare situazioni di complessità e gravità notevoli. Attingere alle competenze e all'entusiasmo dei collaboratori è formula "magica" per giungere a risultati brillanti: ciò' che viene sfumato nel racconto del samurai è il momento di controllo sull'andamento delle attività, necessario per assicurare l'allineamento ed aiutare chi ne avesse bisogno. Tutto questo richiede capacità nello scegliere i collaboratori cui delegare, nel comunicare opportunamente, nel controllare e nell'intervenire a correzione. Ho avuto modo di vedere applicati questi principi, bene o male ovviamente, in aziende e contesti di ogni tipo.
  • Le logiche di cambiamento sono oggi così complesse e variabili che provocano rapidamente l’obsolescenza di soluzioni organizzative consolidate appena prima. Un adeguato grado di delega è l’unica risposta che assicura la necessaria flessibilità. Per rendere il processo di delega realmente efficace, è indispensabile che sia guidato da una leadership visibile e coinvolta, che favorisca il corretto approccio attraverso strutture organizzative piatte, a rete, con processi trasversali integrati, che realizzino il decentramento delle attività decisionali. Il processo va adeguatamente comunicato, anche attraverso immagini, metafore e simboli che trasmettano il senso di cooptazione ed appartenenza, utilizzando tutte le tecnologie multimediali in grado di aumentare l’accesso a network interni ed esterni flessibili. È infine fondamentale dare trasparenza ai criteri di delega e di controllo dei risultati, come pure ad un processo di valutazione chiaro e condiviso. Carlo Martelli
(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti

Per partecipare al sondaggio è necessario aver effettuato il login.

10/11/2015 09:17:17

Concordo pienamente con il commento di Andrea Ferri. E' (soprattutto) una questione di predisposizione ed impegno. Come diceva Winston Churchill “Il premio della grandezza è la responsabilità”. Carlo Martelli

Andrea Ferri
Andrea Ferri 09/11/2015 13:27:18

L'uso corretto della delega è una ricetta sempre valida. E la qualità degli ingredienti può fare una notevole differenza. Delegare è quindi un dovere del capo. Ma è altresì suo dovere riconoscere i collaboratori degni di gestire efficacemente la delega. Non è questione di fiducia, ma di predisposizione. Il termine inglese accountability sta proprio a significare la predisposizione ad assumere un compito e adoperarsi per raggiungere l'obiettivo agendo nell'interesse del capo.