Si puo’ dire che tutto inizia dal piccolo. Piccolo come un bicchiere da caffe’ in plastica da bere quando si asporta. Nel Regno Unito hanno calcolato che ne usano 7 milioni al giorno. Ovvero 2 miliardi e mezzo ogni anno che significa in media 5000 ogni minuto.
Non sorprende quindi che a Londra abbiano deciso di reagire trasformando questa immane quantita’ di plastica in une risorsa da riciclare. Hanno reso disponibile una mappa online in cui i londinesi e i turisti possono trovare uno dei 100 luoghi di raccolta pubblica dei contenitori, una comunita‘ in Twitter che gravita intorno a #SquareMileChallenge e il progetto di riciclaggio...
Il progetto del Terzo Settore non ha costi per la collettività perché finanziato da aziende che gestiscono catene di locali in cui la clientela usa questi contenitori. Hanno creato un’organizzazione not profit (Hubbub) in collaborazione con chi si occupa di raccolta dell’immondizia (Simply Cubs) e con Network Rail che gestisce le ferrovie urbane.
E’ chiaro il ritorno d’immagine per i marchi coinvolti (Benders Paper Cups, Bunzl, Dart, Caffè Nero, Costa, Huhtamaki, Marks & Spencer, McDonalds, Nespresso, Pret a Manger, SEDA Packaging Group , Starbucks) in termini di narrativa positiva e differenziante.
’Spunti’ per le nostre aziende
Partendo dall’assunto che l’amministrazione londinese alla fine ha cercato un modo di risparmiare nella raccolta dei rifiuti, la lezione cardine è che può essere utile investire in progetti che colleghino l’azienda al territorio, ovvero alla comunità.
In termini di comunicazione, può avere un ottimo ritorno sviluppare un progetto finalizzato alla differenziazione e al rafforzamento del marchio focalizzandosi su un messaggio di integrazione, appartenenza e coinvolgimento etico nel benessere collettivo. Cioè partecipare ad azioni con la locale società civile per divenirne parte differenziandosi.
Ovviamente l’esempio londinese potrebbe essere attuato anche in Italia, tenuto conto degli striminziti budget delle città italiane. Il crescente peso del Terzo Settore, ovvero della economia not profit, è un alleato fondamentale per le nostre aziende che possono imparare dall’esperienza londinese come proporre alle amministrazioni cittadine soluzioni che si basano su una operatività che le vede co-protagoniste.
Il Terzo Settore
E’ un universo molto vasto di soggetti che hanno la capacità di sviluppare nuove offerte per rispondere alla domanda di servizi che gli altri due settori – il Mercato e lo Stato - non sono in grado di soddisfare.
Da un'idea di Paolo Dealberti