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Feb 2014
Numero n. 261
Regolarizzare i capitali all'estero? Con l'auto-denuncia

Ci risiamo. Un decreto legge di fine gennaio permette di regolarizzare i capitali detenuti all'estero.

Ecco l'accesa discussione, con il nostro esperto fiscale, che ha messo in luce un mondo cambiato dove, complice il crack che ha dato il via alla grande crisi, la finanza deve rispettare norme sempre piu' stringenti. E dove gli ex paradisi fiscali hanno cominciato a collaborare.

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Ci risiamo. Un decreto legge di fine gennaio permette di regolarizzare i capitali detenuti all'estero.

Ecco l'accesa discussione, con il nostro esperto fiscale, che ha messo in luce un mondo cambiato dove, complice il crack che ha dato il via alla grande crisi, la finanza deve rispettare norme sempre piu' stringenti. E dove gli ex paradisi fiscali hanno cominciato a collaborare.



Perche' coloro che non hanno aderito agli scudi fiscali dovrebbero farlo adesso, ad un costo superiore?
Il contrasto del riciclaggio finanziario e dell'evasione fiscale internazionale si e' fatto piu' incisivo. Ormai spuntano fiduciari esteri che, venuti a conoscenza che il loro cliente era indagato in Italia, si presentano spontaneamente alle procure, consegnando dati e documenti. E il segreto di conti irregolari si e' fatto sempre piu' precario. Il caso Falciani di HSBC docet.

Perche' le banche svizzere sposano la politica del "White Money"?
Sono le note vicissitudini incontrate negli Stati Uniti che le hanno portate a non accettare piu' somme non dichiarate.

Come funziona la procedura?
L'auto-denuncia e' una verifica fiscale sui capitali detenuti all'estero. Differisce dai normali accertamenti solo perche' la fonte d'innesco non proviene dall'agenzia delle entrate ma direttamente dal contribuente. Non e' un condono e le imposte e gli interessi vanno pagati integralmente. Non e' uno scudo perche' non vi e' anonimato.
Il vantaggio per i contribuenti e' nella misura delle sanzioni, che possono essere ridotte molto, fino a un sesto, secondo la tipologia di violazione. Il tutto entro il 30 settembre 2015.

A chi conviene accedere? E vi sono rischi penali?
Possono regolarizzare la propria posizione ad un costo ragionevole gli eredi e coloro che hanno somme all'estero sin dal 2004 e tra il 2005 ed il 2012 non hanno piu' alimentato il conto con nuovo denaro.
Nel decreto e' stata inserita una depenalizzazione degli eventuali reati commessi per infedele o omessa dichiarazione. E sono stati ridotte al 50% le pene nel caso di frode fiscale.

In caso di regolarizzazione, vi e' obbligo di rimpatriare i capitali?
Il contribuente puo' anche scegliere di lasciare le somme all'estero, ma dovra' negli anni adempiere gli obblighi previsti.

Si possono regolarizzare anche gli immobili? E come si pagano le imposte dovute?
Si, ma occorre sempre verificare quando sono stati acquistati e l'anno in cui e' stato costituito all'estero il denaro utilizzato per l'acquisto.
Si versano in unica soluzione, senza potersi avvalere di compensazioni con eventuali crediti d'imposta.

Auguriamoci che la maggiore regolarita' fiscale possa effettivamente ridurre il pericolo di bolle finanziarie internazionali e grandi crack che ci hanno cosi' danneggiato anche in anni recenti.

Applicazione in azienda: assicura la regolarita' fiscale, base della convivenza civile
Parola Chiave: finanza
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Risultati ad oggi
E' d'accordo che la regolarita' fiscale sia alla base della convivenza civile?
  • Sì, il rispetto delle regole della propria nazione e della comunità europea è atto moralmente corretto. Gli stati devono però operare affinché le regole siano eque
    Luca Orselli
  • La regolarità fiscale e' progressivamente diventata il meccanismo principale alla base della convivenza civile. Senza regolarità fiscale le disparità sono sempre meno accettabili e accettate.
    Piercarlo Ceccarelli
Ritiene che la lotta al riciclaggio e all'evasione fiscale, riducendo le bolle, possa effettivamente limitare i pericoli di nuovi grandi crack finanziari?
  • Non vedo una correlazione diretta con la riduzione dei crack finanziari
    Luca Orselli
  • Ogni qual volta si accumula finanza in modo irregolare, le bolle sono dietro l'angolo. E con le bolle i crack sono più probabili. Lotta al riciclaggio e all'evasione fiscale vanno anche nella direzione di ridurre le probabilità di assumere rischi sproporzionati. Con un benefico effetto complessivo.
    Piercarlo Ceccarelli
(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti

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Piercarlo Ceccarelli
Piercarlo Ceccarelli 10/03/2014 11:33:49

Tiriamo le fila della discussione...

C'e' accordo che la regolarità fiscale stia diventando uno dei principali meccanismi alla base della convivenza civile. Senza regolarità fiscale le disparità sono sempre meno accettabili e accettate.
Inoltre, si sospetta che, ogni qual volta si accumula finanza in modo irregolare, le bolle siano dietro l'angolo per la maggiore disponibilità ad assumere alti rischi. E con le bolle i crack sono più probabili. Lotta al riciclaggio e all'evasione fiscale vanno anche nella direzione di ridurre le probabilità di assumere rischi sproporzionati. Con un benefico effetto complessivo.
Infine, il vento sta cambiando e i paradisi fiscali sono costretti via via a collaborare. Le banche svizzere, ad esempio, stanno dicendo ai clienti: l’autodenuncia o la chiusura del conto. A Singapore è già accaduto la scorsa estate.

Andrea Ferri
Andrea Ferri 03/03/2014 20:51:02

Lodevole l'iniziativa di "agevolare" la regolarizzazione di capitali detenuti all'estero a condizione che il maggiore geddito si traduca in alleggerimento della pressione fiscale per chi la convivenza civile l'ha sempre promossa. Ma sarà così? Il nostro legislatore è credibile nelle promesse di perequazione fiscale?
Avrei preferito una manovra per premiare il reimpatrio di capitali investiti in attività capaci di creare posti di lavoro, aumentare la produttività, stimolate la ricerca e l'innovazione.
La manovra attuale farà (?) un po' di cassa per rammendare i conti della pubblica amministrazione senza una chiara strategia di rilancio del paese.

Carlo Martelli
Carlo Martelli 03/03/2014 16:51:36

Le nuove norme finalizzate a regolarizzare i capitali detenuti all'estero, ispirate alle proposte avanzate dal gruppo di lavoro coordinato dal procuratore aggiunto di Milano, Francesco Greco, rappresentano un’importante iniziativa per garantire maggiore regolarità fiscale. L’ultima parte trattata nell’articolo di Impronte, cioè la depenalizzazione, è la grande novità e l’aspetto determinante perché la mossa del rientro dei capitali possa ottenere qualche risultato, considerato che ormai in Svizzera nel giro di due anni il segreto bancario è destinato a scomparire e che si stima che nei conti elvetici siano depositati tra 120 e 180 miliardi di euro provenienti dall’Italia. Una parte di quei fondi potrebbe riprendere la via di casa. Inoltre, il nuovo regime avrà effetto retroattivo, perché più favorevole rispetto al precedente. Sarà intero il pagamento delle imposte omesse maggiorate degli interessi, mentre la riduzione riguarda solo le sanzioni applicabili: in caso di autodenuncia, l’Agenzia delle Entrate applicherà le sanzioni minime che saranno riducibili automaticamente a un terzo, cifra che potrà essere ancora tagliata del 50%.
Questa formula, combinata alla depenalizzazione, potrebbe essere la via d’uscita per l’Agenzia delle Entrate per riportare in Italia capitali che nel giro di due anni andranno alla ricerca di una nuova destinazione, perché le banche svizzere imporranno l’aut aut: l’autodenuncia o la chiusura del conto. A Singapore è già accaduto la scorsa estate e molti capitali hanno preferito prendere il largo.