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Ago 2016
Numero N. 380
Vai con il branco (ovvero: le difficolta' del cambiamento)

Ti racconto la storia della nostra piccola Maribelle. Maribelle era una bambina felice: stava fuori tutto il giorno al sole, con la sua famiglia e i suoi amici; era libera di mangiare buon cibo ogni volta che voleva; aveva il permesso di dormire quanto voleva. Insomma... la vita era facile.

Era bello stare in gruppo; i genitori si occupavano ancora di lei.
Tuttavia, sapeva che non sarebbe durato per sempre. Sapeva che prima o poi tutto questo sarebbe finito...

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I suoi genitori le davano le foglie magiche che facevano diventare molto alti, ma crescevano in alto sugli alberi. Senza foglie, nessuna crescita. Così la nonna diceva ai giovani: "Divertitevi a giocare, perché il giorno che dovrete nutrirvi da soli sarà meglio che raggiungiate le cime degli alberi." Fino allora doveva crescere quanto più poteva.

Così ogni giorno, per quanto riusciva, Maribelle lasciava quello che stava facendo e andava a mangiare alcune di quelle foglie magiche che i suoi genitori avevano strappato per lei.
E così facevano tutti gli altri giovani del branco. Lo chiamavano "il programma delle foglie per crescere".
Le foglie non erano molto buone. Al contrario: spesso soffriva un terribile mal di pancia, perché il suo corpo era un po' in disaccordo con la dieta di foglie. Ma lei non si dava per vinta.

La nostra piccola Maribelle aveva anche un'amica del cuore, di nome Stella. Stella era speciale: indipendente, grassotta e alla moda!
Ad esempio, quando i giovani giocavano a nascondino trovava sempre quei posti particolari, ad esempio sopra gli scogli pericolosi del vulcano. Sembrava non avere limiti.
Maribelle la ammirava e si stupiva di come riuscisse a farlo. Non ci si annoiava mai ad avere Stella come migliore amica.

Un giorno, mentre stavano giocando a caccia al tesoro, Maribelle soprese Stella a mangiare un frutto!
"Sei uscita di senno!" Esclamò, sapendo che la frutta era in conflitto con le foglie. Per questo era stata vietata!
"Perché?! - Sono deliziosi " disse Stella.
"Ma..."
"Le foglie? Ti dico una cosa: io non le mangio più ".
"Perché?"
"Ho deciso di condurre una vita diversa. Non voglio diventare così alta. Ti sei mai chiesta il motivo per cui nessuno ci ha mai detto perché è così bello essere più alti, se non per raggiungere quelle foglie? C'è un mucchio di roba per me da mangiare qui in basso. Specialmente quando non c'è nessuno intorno a strapparmela via."
Maribelle la guardò stupita. E Stella continuò: "L'ho già fatto per un po' di tempo. I miei genitori pensano che io stia ancora mangiando le foglie. Solo che in realtà le spingo giù nel vulcano. Non se ne sono mai accorti! E' cosi squisito! Perché non provi, Maribelle? "
"Assolutamente no!!!" disse dal profondo del suo petto. Tutto il suo corpo tremava.
"Dai, Maribelle, non lasciarmi sola! Ormai c'ho pensato per un po', tu saresti l'unica a capire. L'unica che mai potrebbe unirsi a me."

Questo mise la nostra piccola Maribelle a metà tra il diavolo e l'acqua santa! Se si fosse rifiutata, poteva capire dallo sguardo sul volto di Stella che la loro amicizia sarebbe finita. Se avesse smesso di mangiare le foglie, non avrebbe mai raggiunto gli alberi alti: avrebbe perso il suo futuro, il suo posto in famiglia e con il branco. E se avesse mangiato il frutto ora, ma fosse tornata alle foglie dopo, sarebbe stata con una pancia dolorante per almeno una settimana!
"Ehm ..." Come fanno le ragazze quando vengono messe alle strette, le stava proprio fumando la testa, quando tutto ad un tratto i cespugli si aprirono e due anziani del branco si alzarono in piedi davanti ai loro occhi.

"Questo supera tutto... Proprio come sospettavamo!" Guardavano in cagnesco la scena. "Ora venite con noi. E tenete le mani lontane da quei frutti! "
Fu l'inizio del peggior incubo di Maribelle.
Per giorni fu tenuta prigioniera. Le furono poste le stesse domande più e più volte. E più e più volte lei non aveva idea se le sue risposte avessero migliorato o aggravato la situazione. Oltre a ciò, non aveva idea di quello che stava succedendo a Stella.
Così, quando dopo molti giorni gli anziani tornarono dai suoi genitori, era sollevata di essere giunta alla fine di tutto questo. Anche se non sapeva ancora quale sarebbe stata la fine.
Si scoprì che Maribelle l'aveva scampata per un soffio. D'altronde, lei non aveva toccato il frutto quel giorno. La prova? La sua pancia poteva prendere le foglie senza problemi. Questo la salvò da grossi guai: se la cavò con uno schiaffo sul polso e a lei andò bene così.
Stella, dall'altro lato...
"Siamo stati costretti a espellerla dal branco", spiegò uno degli anziani. "Non possiamo sopportare violazioni delle nostre leggi più sante. Ma più che la legge, l'abbiamo punita per essere semplicemente stupida. Perché noi tutti sappiamo che senza le foglie non avrebbe mai potuto raggiungere da sola le cime degli alberi e sarebbe stata un peso per il branco, dovendo contare su qualcun altro per tutta la vita per alimentarsi con le foglie. Ecco perché doveva andarsene."

Maribelle era devastata. Per molto tempo non se la sentì di giocare con le sue amiche. Rimase sola, pensando a Stella e a quello che avrebbe potuto fare per salvarla.
Solo molti mesi dopo, quando lei e le sue amiche furono autorizzate a cogliere le prime foglie da sé al festival di primavera, si sentì infine di nuovo felice. Felice di far parte del branco. Felice di essere un dinosauro.

Applicazione in azienda: tutti noi abbiamo pregiudizi che in qualche modo si confondono con la cultura dell'organizzazione nella quale operiamo. Individuarli e superarli, in modo da favorire il cambiamento e il progresso, è una sfida continua che il vertice aziendale deve promuovere con ogni mezzo, compresa la permeabilità dei valori e dei credo più radicati.
Parola Chiave: general management
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