7
Dic 2015
Numero N. 345
Voodoo (ovvero: come si diventa realmente imprenditori?)

Durante gli anni '60 del secolo scorso, ho fatto parte della folla giovane ed entusiasta di Silicon Valley, attratto dal suo infuso di cervelli tecnologici d'avanguardia, rilassati, dotati di freddezza anti-establishment e imprenditorialita' audace.

Anche se, ad essere onesti, l'attrazione piu' importante per noi e' stata probabilmente la prospettiva di non essere malvisti come smanettoni informatici...

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Durante gli anni '60 del secolo scorso, ho fatto parte della folla giovane ed entusiasta di Silicon Valley, attratto dal suo infuso di cervelli tecnologici d'avanguardia, rilassati, dotati di freddezza anti-establishment e imprenditorialita' audace.

Anche se, ad essere onesti, l'attrazione piu' importante per noi e' stata probabilmente la prospettiva di non essere malvisti come smanettoni informatici...



Nel corso degli anni ho fatto distinzioni tra i tipi di persone che ho incontrato. C'era chi muoveva le folle - e chi si muoveva con la folla. Coloro che facevano le cose audaci - e quelli che facevano le cose perché tutti dicevano che erano audaci. Coloro che erano ossessionati con un'idea - e coloro che ne sembravano posseduti... Non ho mai ben capito da quale spirito.

Più ero incuriosito da questo, più iniziavo a parlare con queste persone. Chiedevo loro da dove venissero, come fossero arrivati qui, quale fosse la loro motivazione e così via. Il risultato più sorprendente era che parecchi di loro – appartenenti al secondo gruppo della mia piccola distinzione - diceva che erano venuti qui spontaneamente, come risultato di una crociera che avevano fatto nei Caraibi. Ad un certo punto ho iniziato a chiedere il preciso itinerario del loro viaggio. Si è scoperto che l'unico posto dove erano stati tutti era un porto sulla costa di Haiti, una piccola città che risale al periodo coloniale.

Questa strana coincidenza mi ha sconcertato per anni, e la mia curiosità è cresciuta più intensa nel corso del tempo, fino a quando un'estate ho deciso di andare a dare un'occhiata. Ho prenotato un volo per Port-au-Prince e, dopo un lungo viaggio con un taxi scalcinato, sono arrivato verso sera nel posto indicato e mi sono subito rilassato nella mia pensione. La padrona di casa era molto bella ma curiosa. Quando sono sceso al piano terra dopo una breve doccia, mi ha chiesto da dove venivo. Ho detto che venivo dalla Silicon Valley e stavo per spiegare dove fosse, quando con mia sorpresa i suoi occhi si sono illuminati ed esclamò: "Quindi lei è uno degli imprenditori del dottor Jean-Baptiste!"

Ero sbalordito. "Quali imprenditori?"
Lei mi ha spiegato che il dottor Jean-Baptiste era un praticante locale Voodoo che trasformava, così ha detto, grandi americani in imprenditori. Dovevo vedere l'uomo.

E così avvenne che a tarda notte sono stato guidato a una baracca sul retro di un vicolo buio. Stavo per bussare, quando la porta è stata aperta da una vecchia sdentata vestita in abiti opulenti scuri. Senza dire una parola, mi fece cenno di prendere posto su una panca malconcia di legno. La stanza era illuminata da decine di candele. La loro cera fusa era ovunque intorno a tanti barattoli, scatole e manufatti che ingombravano gli scaffali e i tavoli nella stanza.



Nel frattempo, la vecchia stava frugando in uno dei tavoli. Quando si voltò, aveva una specie di lunga pipa tra le mani. L'accese. M'invitò a prenderla.
"Grazie, ma io non fumo", dissi. "Scusate."
Ciò sembrava irritare la donna. Premette la pipa su di me. Puzzava dolce e piccante.

"Sono qui per parlare al dottor Jean-Baptiste.", ho spiegato.
La donna annuì, sorrise nervosamente, e continuò a spingere la pipa nella mia direzione.

"No, scusi, voglio solo parlare con lui."
Prima che la donna potesse molestarmi ancora, si aprì una tenda e un uomo alto e snello entrò nella stanza. Aveva circa la mia età e vestiva un abito bianco a doppio petto che sembrava sfidare miracolosamente polvere e grasso che la vita inevitabilmente gli buttava addosso.

"Mi dispiace se la signora le dava fastidio, scusi. Sono il dottor Jean-Baptiste. Sembra che lei non sia familiare con la procedura".
"Quale procedura?"
Mi spiegò che le persone - per lo più americani - andavano da lui perché erano stanchi della loro noiosa vita professionale e volevano fare un grande passo in un'altra direzione e diventare imprenditori.

"Affascinante. E come si fa a farlo, in un solo trattamento?"
"Bene. Lei capisce che questo è, dopo tutto, un luogo di Voodoo. Accadono cose che, per voi americani, sono un po' fuori dal comune. Quindi, prima dobbiamo metterli in uno stato di trance, in modo che si possa lavorare su di loro. Per questo serve la pipa d'oppio."

"Che cosa vuoi dire, lavorare su di loro?"
"Ah. Questo trattamento è la mia specialité. Mi ci sono voluti anni di esperienza. Io li trasformerò in quattro fasi. Mi lasci spiegare. Vede le lumache in quel vaso? Noi li chiamiamo escargots de la vision. Le lasciamo succhiare gli occhi della gente, in modo che possano vedere chiaramente ciò che è lontano senza farsi distrarre dai dettagli insignificanti proprio di fronte a loro." Le lumache nere brillavano alla luce delle candele.

"Poi usiamo la seringue du courage.” Indicò una grande siringa di vetro vecchio stile. "Si inietta una miscela di chayote fermentato nella loro spina dorsale, così che si pieghi quando necessario ma non si spezzi. "Poi", aggiunse con orgoglio, "diamo loro la coupure de la perseverance. Si inietta il veleno del ragno nei nervi delle loro cosce, in modo che non sentano la fatica e la stanchezza che inevitabilmente arrivano dopo qualche tempo, come sono sicuro che lei sappia. Ma, come tocco finale", gli occhi gli luccicarono, "diamo loro solo un piccolo cucchiaio di sirop de la passion, una piccola recette segreta della casa. Capirà, le lascerò i dettagli."
Mi porse una bottiglia aperta. Odorava di frutto della passione.
"Poi li lasciamo riposare per la notte, e la mattina - voilà! - sono imprenditori".

Ho dovuto pensarci un attimo.
"Vedo", finalmente ho risposto, "quello che lei fa è, iniettarli con una sorta di visione, coraggio, resistenza e passione. Ma non sarebbe meglio se sviluppassero queste qualità da soli, così come molti dei miei amici imprenditori hanno fatto?"
"Oh, sicuro, sicuro, è certamente molto ammirevole per i vostri amici. Ma non lo si può pretendere da persone che scendono da una nave da crociera, no?"

Applicazione in azienda: E' nato imprenditore? No, lo è diventato. Allora pensi a come trasferire ai figli e ai collaboratori il seme dell'imprenditorialità. Non dia loro una visione, li spinga ad averne una propria. Non utilizzi scorciatoie, dia loro un esempio. Non prometta agi e successo, lasci che siano loro a scoprirli. Finché ci saranno più opportunità che imprenditori, ci sarà un futuro per tutti.
Parola Chiave: leadership
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Quali esperienze accelerano la formazione di un buon imprenditore?
  • La sua esperienza rappresenta l'acceleratore primario nella formazione di un buon imprenditore, sottolineando che deve essere Sua, non può essere copiata o trasmessa. La visione, il coraggio, la resistenza e la passione devono essere autentiche e nascere da dentro. Senza questi ingredienti cade la ricetta dell'imprenditore. E' altresì importante che su questi pilastri si innesti anche una formazione manageriale / gestionale che gli consenta di gestire efficacemente ed efficientemente il perseguimento del suo sogno.
    Fabrizio Fresca Fantoni
  • Il termine "imprenditore" è stato utilizzato per la prima volta nel '700 dall'economista franco-irlandese Richard Cantillon, nel suo Essai sur la Nature du Commerce en Général. Già allora, le parole d'ordine individuate per il buon imprenditore erano "innovazione", "iniziativa" e "rischio". Le esperienze che possono accelerare la sua formazione sono quelle che lo portano a consolidare tali requisiti: lavorare forte con passione, porsi obiettivi ambiziosi, lasciarsi guidare dalla curiosità, coniugare flessibilità e determinazione. Carlo Martelli
(*) La percentuale è riferita al totale dei votanti

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